Che cos’è il WCM?

Il WCM è una filosofia aziendale che focalizza il suo orientamento esclusivamente al cliente producendo solo con una logica pull, creando una produzione a flusso continuo e lead time brevi. Il suo obiettivo è ottimizzare le performance del processo produttivo, migliorando la qualità ed eliminando gli sprechi. Lo scopo è quindi un miglioramento continuo.

Il valore zero

Come anticipato sopra, il miglioramento continuo è guidato dal cliente, che è un’entità dinamica e complessa. Per rispondere a queste difficoltà, il sistema di produzione deve essere flessibile, semplice e deve saper coinvolgere il cliente.
Il concetto di ottimo coincide, secondo WCM, al valore zero: zero sprechi, zero scorte, zero incidenti, zero guasti, zero difetti e zero insoddisfazione del cliente.

Concetto fondamentale per la sostenibilità del miglioramento continuo è la standardizzazione, poiché senza di essa l’introduzione di un miglioramento o di un’innovazione perderebbero efficacia nel tempo.

Alla base del WCM ci sono 10 pilastri tecnici

  1. Safety– Sicurezza del Posto di lavoro.
  2. Cost Deployment– Fonti di perdita economica.
  3. Focus Improvement– Miglioramento Focalizzato di uno specifico problema.
  4. Autonomous Maintenance– Workplace Organization.
  5. Professional Maintenence– Manutenzione professionale.
  6. Quality Control– Controllo Qualitativo.
  7. Logistic / Customer Services.
  8. Early Equipment Management, Early Product Management– Strategia di acquisizione dei mezzi di lavoro / processi.
  9. Enviroment– Ambiente e sfruttamento servomezzi energetici.
  10. People Development– Sviluppo delle competenze del personale.

E 10 pilastri manageriali

  1. OPLOne Point Lesson.
  2. SOPStandard Operating Procedure.
  3. SMPStandard Manutentive Procedure.
  4. 4MMAN/METHOD/MATERIAL/MACHINE metodo di scomposizione del problema per identificare le aree sensibili.
  5. 5W5 WHY porsi ed iterare domande sul perché di un fenomeno.
  6. 5W+1HWHAT/WHERE/WHEN/WHICH/WHO/HOW posizionare il fenomeno nell’ambito di questi item.
  7. 3Mvalutazione oggettiva del posto di lavoro.
  8. KAIZENprogetti specifici di miglioramento.
  9. KPIKey Performance Indicators – Indicatori oggettivi dei risultati.
  10. KAIIndicatori delle attività.

I 10 pilastri manageriali hanno lo stesso peso di quelli tecnici, ma guidano il management dell’impresa verso il giusto processo decisionale, al fine di incrementare i risultati ed ottimizzare i processi di miglioramento ed integrazione tra i pilastri tecnici.

Le fasi

Il percorso di implementazione di ogni pilastro tecnico si sviluppa in sette passi, ognuno dei quali prevede specifiche attività. Il percorso nei sette step si divide in tre fasi: reattività (1-3), preventiva (4-5) e proattiva (6-7).

  1. Deploymente dei costi di trasformazione. Quantificare i costi totali di trasformazione. Assegnare obiettivi di riduzione dei costi. Assegnare i costi totali di trasformazione per processo.
  2. Identificare qualitativamente perdite e sprechi, quantificandole in base alle misure dello step 1.
  3. Separare le perdite causali da quelle risultanti.
  4. Calcolare i costi di perdite e sprechi.
  5. Identificare i metodi per il recupero di perdite e sprechi.
  6. Stimare i costi del miglioramento e delle riduzioni corrispondenti di perdite e sprechi.
  7. Implementare il piano di miglioramento.

In ottica WCM, le inefficienze portano ai seguenti sprechi:

  • Scorte non necessarie: eccessive giacenze di materia prima, semilavorati e prodotti finiti incrementano il Lead time. Lo stato ideale dovrebbe essere rappresentato dalla situazione di “zero buffer”, con un conseguente flusso dei beni più veloce. Le scorte non necessarie creano notevoli costi di stoccaggio e, quindi, possono compromettere la competitività dell’azienda.
  • Movimenti superflui: sono i movimenti eseguiti dagli operatori che non portano valore aggiunto al prodotto. Ciò accade quando l’operatore ha la necessità di spostarsi per ricercare un particolare codice o utensile.
    Spesso i movimenti non necessari riguardano l’ergonomia della postazione di lavoro, che costringe l’operatore a piegarsi, spostarsi o a compiere altre azioni che potrebbero essere evitate. Questa tipologia di spreco può portare l’operatore a stancarsi e dunque a problemi di produttività e, spesso, di qualità.

Si consiglia quindi una logica pull orientata al cliente e un layout con presenza di kanban.

Linda Sartini

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